Maggio 2017

L’arte di conservare il contemporaneo

“L’arte di conservare il contemporaneo: servizi e punti di vista a confronto”. Il 6 giugno alle 21.00 incontro aperto al Circolo dei Lettori Con questo titolo l’innovativo servizio per l’arte “Project MARTA – Monitoring Art Archive” si presenta come organizzatore, al Circolo dei Lettori, di una serata divulgativa che si terrà di fronte al pubblico in Palazzo Graneri della Roccia, il prossimo 6 giugno alle ore 21

Relatori, oltre alla dott.ssa Benedetta Bodo di Albaretto, conservatrice dei beni culturali e fondatrice di Project MARTA, il prof. Francesco Poli, storico dell’arte, docente ed esperto del mercato dell’arte contemporanea, il dott. Antonio Rava, restauratore e docente specializzato in arte contemporanea e l’artista Giorgio Griffa. Dopo l’incontro del 15 marzo a Palazzo Bricherasio, in collaborazione con l’assicurazione per l’arte BROSEL s.p.a., rivolto specificatamente al mondo dei collezionisti, e la presentazione del progetto a Reggio Emilia, lo scorso 20 maggio, promossa dal laboratorio di restauro Vicolo Folletto, Project MARTA torna così alla sua vocazione principale di divulgazione e sensibilizzazione sulla tutela delle opere d’arte contemporanee, spesso di difficile gestione per quanto riguarda la movimentazione, la tutela e gli eventuali interventi manutentivi. Project MARTA – Monitoring Art Archive è infatti un servizio innovativo per la sua impostazione: si tratta di un archivio di schede tecniche sviluppate sulla base di un’intervista diretta all’artista, che accompagnano l’opera nei vari passaggi di proprietà in modo da rendere disponibile costantemente un identikit utile a tutti gli operatori del settore che possano entrarne in contatto. La scheda tecnica viene realizzata sulla base di uno studio specifico sulla linea artistica dell’autore, con un confronto diretto ed il reperimento di tutte le informazioni utili per realizzarne un’approfondita analisi, che viene ulteriormente ampliata con la collaborazione di specifiche figure specializzate in restauro e gestione dei materiali utilizzati, che hanno aderito al progetto in qualità di consulenti.

 

«La finalità di Project MARTA – dichiara la fondatrice Benedetta Bodo di Albaretto – è quella di rendere accessibile a tutti uno strumento snello ma completo di tutela delle opere nella propria collezione, che per molti sono anche un investimento. Una “best practice” standardizzata ma definita nello specifico sul singolo caso, che costituisce un valore aggiunto come documentazione di un’opera, redatto in un momento in cui non c’è un’emergenza manutentiva ed in cui, quindi, si può operare più serenamente e lucidamente». L’incontro al Circolo dei Lettori, inserito nel calendario del circolo di via Bogino 9, sarà il primo appuntamento principalmente divulgativo. «Abbiamo voluto – spiega Benedetta – che il servizio per realizzare la scheda tecnica fosse legato solo alla consapevolezza dei collezionisti della necessità di dare qualche regola e informazione in più nell’ambito dell’arte contemporanea, spesso molto “fluido”. Non abbiamo quindi stabilito una quotazione minima per gli artisti, o le opere, da prendere in analisi e stiamo portando avanti un discorso che speriamo possa divenire un punto di riferimento per l’intero settore: anche per questo motivo, , abbiamo reso disponibile a tutti un archivio di abstract delle schede vere e proprie, un riassunto delle interviste che svolgiamo con gli artisti “ripulito” di tutti i dati sensibili o eccessivamente tecnici, che rimangono invece a disposizione solo dei diretti interessati». L’invito a partecipare è quindi rivolto a tutti, non solo a collezionisti, galleristi o esperti nel settore.

www.projectmarta.com

“Alla Partita del Cuore ha vinto la comunità della solidarietà”

Alla Partita del Cuore ha vinto la comunità della solidarietà, che ha lanciato un messaggio straordinario. La cosa più bella per me è stata l’emozione dei vincitori del concorso “Un cuore rap”, che hanno avuto la possibilità di esibirsi davanti al pubblico dello Juventus Stadium. Abbiamo saputo coniugare il talento con l’opportunità, ma soprattutto abbiamo dimostrato che la politica e le istituzioni possono mettersi in sintonia con il linguaggio dei giovani, per spiegare insieme che la solidarietà è la base comune e imprescindibile per vivere in una grande comunità. E questa sera la solidarietà si è anche coniugata con l’attività fisica, la ricerca, la prevenzione, temi su cui stiamo lavorando molto come Consiglio regionale attraverso gli Stati Generali dello Sport e del benessere e la Consulta Giovani”. Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Mauro Laus, che il 30 maggio allo Juventus Stadium ha tirato il calcio di inizio alla Partita del Cuore e ha premiato i giovani vincitori del concorso “Un cuore rap”, bandito dagli Stati Generali dello Sport con la Consulta Giovani dell’Assemblea legislativa.“Una bellissima manifestazione – ha commentato Giorgio Bertola, consigliere delegato alla Consulta Giovani – che ha abbinato lo sport e l’attività fisica con la solidarietà, un’iniziativa realizzata in collaborazione con la Consulta giovani e le scuole per veicolare valori della solidarietà, della salute, dell’attività fisica”.Sul prato dello Juventus Stadium si sono esibiti Massimo Pellegrino, dell’istituto comprensivo Beppe Fenoglio di Bagnolo Piemonte (Cn), vincitore del primo premio per le scuole medie con una toccante canzone dedicata a Stefano, un compagno di scuola che quest’anno ha vinto la partita più importante, quella con la vita, e  Andrea Colonese, dell’istituto Erasmo da Rotterdam di Nichelino (To), che si è aggiudicato il primo premio per le scuole superiori con una canzone di ottimismo e speranza dal titolo “Tutto può cambiare per un cuore rap”. I giovani vincitori sono stati premiati dal presidente Laus, e da Tommaso dei Perturbazione e Gino Latino, della Nazionale Cantanti, che hanno fatto parte della giuria del concorso.

EM – www.cr.piemonte.it

 

Bus in fiamme in via Pietro Micca

Questa mattina, a causa di un guasto al motore, un bus della linea 56 è andato in fiamme in via Pietro Micca. L’autista è riuscito a fermare il mezzo e tutti i passeggeri, anche se spaventati, sono riusciti a uscire illesi. L’intervento dei vigili del fuoco ha debellato l’incendio poco dopo.

I campionati italiani di Karate Tradizionale

La Città di Casale Monferrato ospiterà, sabato 10 giugno e domenica 11 giugno prossimi, al Palazzetto dello Sport “Paolo Ferraris”,   la fase finale dei campionati italiani di Karate Tradizionale della Federazione Italiana di Karate Tradizionale (FIKTA), che raccoglie nelle sue fila oltre 500 società, 25.000 iscritti e 1.000 tecnici, che fanno riferimento agli insegnamenti del Maestro Hiroshi Shirai, al cui competente ed appassionato insegnamento si deve lo sviluppo del Karate tradizionale in Italia.

L’Associazione Sportiva Yudanshakai Casale, diretta dal Maestro Valerio Polello, dopo aver organizzato due edizioni dei campionati italiani nel 1999 e nel 2002, una edizione dei campionati europei nel 2009, tre edizioni del Trofeo Topolino e la prima edizione nazionale del Trofeo Kenshin Bobo per bambini e ragazzi, per la terza volta ha ricevuto l’incarico di organizzare i campionati italiani, alla cui organizzazione dell’edizione 2017 daranno il loro fattivo apporto le scuole di karate tradizionale Yudanshakai San Salvatore e Sanyukai Valmacca, dirette dagli allievi del maestro Polello, Emanuele Berrone e Andrea Billitteri. L’iniziativa ha ottenuto il patrocinio del Comune di Casale Monferrato, e costituirà, oltre che un avvenimento sportivo di rilievo nazionale, un’importante occasione di promozione della pratica del karate tradizionale ed un importante richiamo turistico per la città ed il Monferrato, quest’anno insignito del prestigioso riconoscimento di European Community of Sport. Si attendono, per i due giorni di manifestazioni, oltre 500 presenze tra atleti, accompagnatori, arbitri, ufficiali di gara e autorità federali, che avranno modo di visitare la città e conoscere l’ospitalità del territorio casalese e della zona.Per tutta la durata della manifestazione, durante la quale si svolgeranno le finali di kata, kumite, fukugo ed enbu, con 50 categorie di gara, individuali e a squadre, l’ingresso al Palasport Paolo Ferraris è libero e gratuito.

La gara sportiva si svolgerà in due giornate, con inizio dalle ore 9,30 di sabato 10 giugno. Nella prima giornata sono previste le gare, maschili e femminili, di Kata individuale, per le categorie cadetti, speranze, juniores e seniores, di kata a squadre, di fukugo, di kumite individuale della categoria cadetti e di enbu. Di particolare richiamo le finali di ciascuna categoria, che si svolgeranno a partire dalle ore 16. La seconda giornata, domenica 11 giugno, sarà dedicata al Kumite, con lo svolgimento delle prove individuali maschili e femminili per le categorie speranze juniores e seniores, a cui faranno seguito le prove di kumite a squadre. Le finali delle prove individuali sono previste per le ore 12 Il supporto in tutte le fasi della manifestazione sarà curato dai volontari del gruppo di genitori Yudanshakai, la cui indispensabile collaborazione ha sempre garantito la perfetta ed apprezzata riuscita delle manifestazioni casalesi. L’appuntamento di giugno assume un ulteriore particolare significato per la Yudanshakai Casale, in quanto rappresenterà l’occasione per salutare e ringraziare Chiara Polello, l’atleta che quest’anno conclude, per raggiunti limiti di età, una carriera agonistica che l’ha vista protagonista a tutti i livelli, vincitrice di una serie ininterrotta di titoli italiani e culminata nel prestigioso titolo di campionessa del mondo a Davos nel 2004, in un’edizione che aveva registrato la partecipazioni di atleti di 25 nazioni di tutti i continenti. Durante tutta la sua attività agonistica Chiara Polello ha sempre gareggiato come rappresentante della scuola casalese, a cui ha regalato tante emozioni, ed ha testimoniato l’esempio da imitare per tutti i praticanti di karate tradizionale.

Massimo Iaretti

 

Il gene del delitto

La teoria genetica del delitto viene indagata in profondità alla luce delle teorie post lombrosiane dall’avvocato penalista del Foro di Milano Alessandro Continiello

Esiste una teoria genetica del delitto? Effettivamente parrebbe proprio di sì, tanto che è nata una branca della criminologia detta ” criminogenesi”, che studia l’insieme delle tendenze di origine genetica o ambientale che possono indurre un individuo o un gruppo di persone a compiere comportamenti antisociali e violenti. Sul tema è da poco uscito l’affascinante volume scritto dall’avvocato del Foro di Milano Alessandro Continiello, dal titolo “Il gene del delitto. Indagini neuroscientifiche e teorie post lombrosiane”( editore Antonio Stango). L’avvocato Alessandro Continiello, dopo aver frequentato la prestigiosa Scuola Militare Nunziatella di Napoli, ha conseguito la laurea in giurisprudenza presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, con una tesi in diritto penale. Ha maturato significative esperienze nel settore legale/criminologico, nelle relazioni internazionali e di studio nel settore della sicurezza, intelligence e cyberwarfare. Relatore a corsi sull’analisi della scena del crimine, ha partecipato a programmi radiofonici e televisivi, italiani e esteri nelle materie di sua competenza. È anche autore di pubblicazioni nazionali/internazionali in diritto penale, diritto processuale penale, criminologia, intelligence, terrorismo e sicurezza. Nel 2016 ha pubblicato per Lemma Press “Processo alla legittima difesa. Profili criminoogici e vittimologici” e “L’uso legittimo delle armi. La scriminante per pubblici ufficiali e gli operatori di polizia”.

 

“Il libro cerca di spiegare il movente – afferma l’autore Alessandro Continiello – ancora ignoto, comune denominatore nella perpetrazione di questi reati. Se esistesse veramente una “mano invisibile”, capace di incidere sulla capacità d’intendere e di volere, sulla imputabilità e colpevolezza, lo stesso concetto di libero arbitrio verrebbe inevitabilmente minato. Il neuro-diritto è la nuova fonte di studio e di ricerca. Nel testo, attraverso un excursus storico della concezione del delitto, vengono passate in rassegna le teorie di Lombroso sino all’analisi delle ultime scoperte neuroscientifiche e genetiche. A corollario una rassegna giurisprudenziale, con un focus su due note sentenze, e l’analisi di casi reali. Ad impreziosire il lavoro sono i contributi e le osservazioni, lasciate nelle lingue madri e contenute in premessa e prefazione, di autorevoli professori italiani e esteri”.

“Ho voluto scrivere un testo su tale tematica – spiega l’avvocato Continiello – per deformazione professionale ed interesse culturale; mi ha da sempre affascinato scrutare nel profondo dell’essere umano per comprendere o, meglio, cercare di comprendere, qual sia il motivo che spinge un essere umano a perpetrare gravi delitti. Faccio presente che il “motivo” può non combaciare con il cosiddetto movente: una persona può commettere delitti, ad esempio, contro il patrimonio, quali la truffa, l’usura o la ricettazione per mero arricchimento; o “contro la persona”, per vendetta, ovvero come semplice conseguenza o danno collaterale nella commissione dei reati suindicati. Ma mi sono sempre chiesto cosa alberga nell’animo umano quando si uccide, ad esempio, una persona con particolari modalità efferate”.

“Purtroppo non esiste una risposta univoca a questo dilemma – afferma Continiello -. Nel senso che ogni caso va analizzato nella sua singolarità. Può accadere che l’autore del reato sia incapace di intendere e di volere ad esempio; oppure che nelle indagini o nel corso del processo, si acclari il movente. Ma si può condannare una persona, responsabile del delitto oltre ogni ragionevole dubbio, anche se il movente non è stato scoperto e solo supposto: molti casi giudiziari richiamati dalla cronaca lo hanno evidenziato”. “Nel mio libro, alla luce di quanto evidenziato – prosegue l’autore – ho in primis compiuto un excursus storico del delitto soffermandomi, successivamente, sul concetto (giuridico ovviamente, perché io sono un avvocato e non un medico) della capacità di intendere e di volere. Non potevo esimermi dal citare, in un capitolo, il dottor Lombroso e le sue teorie: questo mi è servito da viatico per giungere al cuore del testo, ossia il richiamo e l’esplicazione degli studi nazionali e internazionali delle neuroscienze e della genetica, che stanno cercando di trovare un comune denominatore nei soggetti inclini alla violenza. Il libro ha una visione di insieme traversale, abbracciando differenti punti di vista (neuro-etica, psicologia, psichiatria, filosofia, diritto) ed è impreziosito da contributi autorevoli di professori italiani e esteri”.

“Il libro è rivolto – conclude Alessandro Continiello – come si suole dire, “omnibus a tutti. Ritengo, sommessamente, che la divulgazione scientifica e la cultura debbano essere fruibili da tutti e non solo dai c.d. addetti ai lavori. Credo possa essere interessante per chi esercita la professione medica, legale e criminologica o solamente per chi ha desiderio di conoscere meglio questa materia. I libri che ho avuto modo di scrivere hanno sempre avuto questa impronta, anche per l’oggetto degli stessi. Trattando, ad esempio, il tema della legittima difesa, non mi sono limitato all’istituto in esame, ma ho esteso la ricerca agli aspetti criminologici e vittimologici. Medesima cosa compiuta con questo testo: una visione interdisciplinare d’insieme ed un approfondimento di alcune tematiche. Buona lettura a tutti coloro che volessero acquistarlo (su Amazon)”.

Mara Martellotta

 

I 170 anni del Circolo degli Artisti

di Pier Franco Quaglieni

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Il Circolo degli Artisti,la storica istituzione culturale nata nel 1847 a Torino,festeggia oggi l’ambito anniversario nella sua sede storica del Palazzo Graneri della Rocca. Tutta la storia torinese è punteggiata dalla presenza della attività vivace e poliedrica del Circolo,dei suoi autorevoli presidenti e dei suoi soci. E’ impossibile ripercorrere le tappe del Circolo che nacque ed ha saputo vivere all’insegna dell’indipendenza,una scelta difficile e coraggiosa , sia quando venne costituito ,sia oggi che trova nel suo attuale presidente,l’autorevole avvocato Luigi  Tartaglino, la più alta espressione della sua storia e del suo presente sempre fervido di grandi iniziative al servizio delle arti e della cultura in generale. Per mantenere questa indipendenza, il Circolo ha saputo affrontare coraggiosamente ogni difficoltà,pagando anche in termini di sacrificio,pur di mantenere la sua identità. L’associazione nacque nel 1847 , un anno di difficile crisi economica in tutta Europa dovuto alla sovrapproduzione di beni e alla mancanza di un mercato adeguato. Una crisi terribile che ebbe grandi conseguenze nella storia immediatamente successiva. Nel 1847 vanno infatti cercate le radici dell’esplosione del 1848,quando si manifestò , in termini sociali in Francia e in termini nazionali in Italia, il grande moto rivoluzionario vagheggiato e preparato dai carbonari di Santorre di Santarosa e da Giuseppe Mazzini. Il Piemonte si stava avviando ad un lento,ma inarrestabile rinnovamento sotto la guida di Carlo Alberto che aveva scelto una politica di riforme che porterà nel 1848 allo Statuto e, con la I Guerra di indipendenza, all’inizio della stagione risorgimentale preparata da uomini come d’Azeglio,Balbo, Gioberti. Il 1847 è l’anno in cui a Genova venne cantato per la prima volta l’Inno di Mameli che diventerà il nostro inno nazionale e venne sventolato il tricolore italiano, diventato da quel momento simbolo del riscatto risorgimentale.

Nel dicembre dello stesso anno Cavour fondava a Torino il suo giornale “Il Risorgimento” che tanta parte ebbe nella storia dell’Italia nascente e del rinnovamento del Regno di Sardegna:Quel giornale accompagnò il passaggio,per dirla con parole di Rosario Romeo, il grande biografo di Cavour, dal Piemonte sabaudo all’Italia liberale. Un tassello importante di questa grande stagione fu il Circolo degli Artisti che ebbe tra i suoi soci lo stesso Cavour, Massimo d’Azeglio , Urbano Rattazzi e tante altre personalità importanti. Un Circolo a metà strada tra borghesia,nobiltà ed artisti. Un uomo che brucerà la sua vita(morì appena cinquantenne nel 1861 ) nel lavoro massacrante di creare l’Italia ,si occuperà appassionatamente anche del Circolo degli Artisti che, per desiderio di Cavour, ebbe la sua sede nel palazzo che ancora oggi lo ospita. Tra Cavour e Rattazzi anche in quelle sale nacque l’idea del famoso connubio tra “centro e sinistro ” che avrebbe dato al Parlamento subalpino una maggioranza stabile per dar vita al “decennio di preparazione “ sfociato nella II Guerra per l’indipendenza del 1859. Con l’accordo tra Cavour e Rattazzi venne sacrificata la carriera politica di d’Azeglio che,va ricordato,fu anche un grande pittore e in quanto tale partecipò alla vita del Circolo che seppe radunare i migliori artisti piemontesi e italiani.Sono 170 anni di storia che non rendono il Circolo l’istituzione aulica di un passato glorioso, ma lo rendono artefice vivo, direi unico e sempre attuale, della vita culturale subalpina ed italiana. Un classico, direi,perché non schiavo delle mode,ma fedele a valori che non passano con il tempo e restano i cardini di quella che Mario Soldati definiva la “civiltà” italiana e torinese. Non a caso, tra l’avvocato Tartaglino e chi scrive si è stabilita da tempo una simpatia umana,una collaborazione disinteressata e una consonanza di idee che profumano di libertà. Una parola importante più che mai oggi.

Vaccini Piemonte, Grimaldi (SEL-SI): No mor(e)billo!

Entro giugno un nuovo piano regionale per i dodici vaccini obbligatori

 

Il 20 maggio è stato annunciato il decreto per rendere i vaccini obbligatori nelle scuole italiane. I bambini da 0 a 6 anni non potranno essere iscritti nei nidi e nelle scuole dell’infanzia se non vaccinati. Obbligatori anche i vaccini nelle scuole elementari, ma in questo caso la violazione della norma prevede sanzioni e non il divieto di iscriversi alla scuola dell’obbligo. Le misure del decreto entreranno in vigore dal prossimo anno scolastico.
Nel dettaglio, salgono a 12 i vaccini obbligatori cui i bambini dovranno essere sottoposti. Si tratta dei vaccini contro polio, difterite, tetano, epatite b, (già obbligatori) pertosse, emofilo b, meningococco b e c, morbillo, rosolia, parotite e varicella, finora solo raccomandati. Dai 6 anni in poi si prevede che la scuola abbia l’obbligo di riferire alla Asl la mancata vaccinazione: la Asl a sua volta chiamerà la famiglia e le darà qualche giorno per mettersi in regola. Se questo non avverrà scatteranno le sanzioni

“Credo che la legge regionale della quale sono primo firmatario possa essere superata da questa normativa (qualora venga ratificata dal Parlamento) e vorrei tranquillizzare il Movimento 5 Stelle: siamo solo contenti di non dover ascoltare per un altro mese menzogne a scopi ostruzionistici” – dichiara il Capogruppo di SEL Marco Grimaldi. – “Abbiamo dato la disponibilità a mantenere i testi qualora fosse necessario da subito garantire la copertura economica, informativa e organizzativa del decreto convertito in legge: innanzitutto le Asl avranno bisogno di almeno 50 dipendenti in più e di una copertura economica di più di 10 milioni di euro; bisognerà far partire una massiccia campagna di informazione verso tutti i pediatri e tutte le scuole; servirà un numero verde e si dovrà vincolare, per il primo anno di applicazione, l’iscrizione a scuola alla sola prenotazione del vaccino, viste le inevitabili liste d’attesa. Se sono fra i 1600 e i 1700 i bambini non vaccinati ogni anno, moltiplicati per 16 cicli si tratterebbe di almeno 280.000 vaccini in più. Insomma, non dimentichiamoci del nostro ruolo e facciamo in modo che la legge diventi realtà”.

Confessa la mamma del neonato morto

Dopo una notte di interrogatorio ha confessato nella notte la mamma, una italiana di 34 anni, nell’ambito dell’indagine per il neonato abbandonato per  strada a Settimo Torinese e morto poco dopo in ospedale. I carabinieri e il procuratore di Ivrea, Giuseppe Ferrando, la ritengono colpevole dell’omicidio aggravato del bimbo partorito nelle prime ore di ieri. Non sono emerse responsabilità da parte di altre persone e la  donna è ora sottoposta a fermo di indiziato di delitto. Il piccolo era stato trovato agonizzante da un passante in via Turati, di fronte a dove abita la donna fermata. Il neonato era stato recuperato da alcuni passanti, ma poi è morto al Regina Margherita.

“Giardini di piombo”

Giovedì 1 giugno, alle ore 18, al Centro studio Sereno Regis, in via Garibaldi 13, a Torino, verrà proiettato il film “Giardini di piombo”, del regista casalese Alessandro Pugno. La proiezione avverrà nell’ambito del Festival Cinemambiente. La vicenda è situata nel paesino di Huayhaay, dove una maestra ed una bambina dovranno lottare contro le attività di una miniera, perniciose, se non letali per la salute degli uomini e degli animali. Interverranno Riccardo Moro, direttore del Fondo italo – peruviano, un rappresentante dell’Afeva ed un esponente della comunità del Perù.

Massimo Iaretti

IKEA Torino, con le pantofole per sostenere Medici Senza Frontiere

Da mercoledì 31 maggio fino a domenica 11 giugno per ogni pantofola NJUTA venduta, IKEA donerà 1,99 euro a favore di Medici Senza Frontiere per il progetto #MILIONIDIPASSI, un’iniziativa che andrà in soccorso a 50 milioni di persone che per calamità naturali, guerra o carestie sono costretti ad abbandonare le proprie case. Inoltre durante tutto il periodo della campagna, per qualsiasi acquisto ogni cliente avrà la possibilità di aderire al progetto donando 1 euro. La campagna #MILIONIDIPASSI si inserisce all’interno dei numerosi interventi che MSF opera a sostegno dei profughi lungo tutto il loro percorso di migrazione. Ogni giorno medici, infermieri, logisti e altri operatori umanitari forniscono assistenza medica, supporto psicologico, vaccinazioni, cibo e acqua potabile ai rifugiati, ai migranti e ai richiedenti asilo in tutto il mondo. La collaborazione tra IKEA e MSF ha inizio nel 2004 a seguito del terribile tsunami che ha colpito il sud est asiatico, dal 2010 al 2015 grazie alle iniziative promosse da IKEA Italia a favore dell’Associazione, sono stati donati oltre 800.000 €.